venerdì 31 luglio 2015

Come batte forte il tuo (piccolo) cuore

Il nostro miglior amico per 9 mesi: l'ecografo
Sacco vitellino. Sacco gestazionale. Embrione. Divisione cellulare. Poi, dopo quattro settimane circa, il cuoreAccade tanto prima, ma è quando vedi quel fogliettino muoversi, è lì che lo senti davvero vivo, il tuo bambino. Leo.

Il 22 ottobre 2014 è il giorno della prima visita ginecologica dalla dottoressa Graziella Mortaro. Entriamo nel suo studio e per 20 minuti sono solo carte, calcoli, misurazione della pressione e prescrizione di esami. Poi arriva IL momento: "Diamo un'occhiata?". "Mah, dottoressa, veda lei, se vuole...". La verità è che non stavamo aspettando altro. Diciamo che eravamo lì solo per quel momento, che sarebbe rimasto (ed è rimasto) per sempre nei nostri occhi.

Si accende il monitor dell'ecografo. Ore 16.12. "Questo è il sacco vitellino, questo è...". Ma non sto più ascoltando. Vedo una pallina nera nell'utero. E, all'interno, una piccola valvola o, con linguaggio scientifico, un fogliettino che si alza e si abbassa. È il cuore
No, ripetimelo. Quello è il cuore? Il cuore di mio figlio? Lui è già vivo? 
Si, ho fatto il giapponese. Ho tirato fuori l'iPhone e ho fatto un video. Lo riguardo adesso. Dura 40 secondi. Si sente solo: "Guarda che batte, che batte, che batte..." dice la dottoressa. Irene: "Piccolo". La dottoressa: "Ok?". Io: "Mpfh (sorriso sbuffo)". 

Batte. Come batte il tuo cuore. Lo guardiamo stregati. Solo sette giorni fa la conferma delle Beta, oggi ti vediamo, per la prima volta. Ancora non esisti, ma invece sì. Non si vede nulla di te, ma ci sei. Sei con noi. E tutto crescerà attorno al tuo cuore. E spero che tutto, nella tua vita, dal tuo cuore sarà comandato. Perché forse anch'io ti parlerò di razionalità, di cervello, di ragionare prima di agire, ma le cose più belle e avvincenti le farai guidato dal tuo cuore. Questo è quello che ho vissuto e questo è quello che ti dico. Da padre a figlio.

Spento l'ecografo torniamo alla scrivania. La dottoressa ci guarda e dice: "Fin qui ci siamo. Ora un passo alla volta". Ci tiene con i piedi per terra. Può succedere di tutto. Piedi di piombo. I fatidici tre mesi. Certo ma... c'è il cuore. 
No, ripetimelo. Quello è il cuore? Il cuore di mio figlio? Lui è già vivo? 
Usciamo dallo studio e avverto l'ormai solita sensazione di ebbrezza. Credo, in fondo, che un alcol test qualcosa avrebbe rilevato. Ok. Diventerò padre. Ho visto il suo cuore battere. Il cuore di mio figlio: suona stranissimo sentirmi dire che diventerò padre. Che poi non so nemmeno pronunciare la GL. Il cuore di mio fiio.

Piedi per terra. Poi paranoia. Poi moderato ottimismo. Sempre in guardia. Ma ogni giorno che passa è uno in meno a "tra nove mesi". Altro passo, altro traguardo. Andiamo avanti, noi tre, mano nella mano, cuore nel cuore. Ora sappiamo anche com'è il tuo.

P.s. Voglio confessarlo. Sono stato vicino a spendere oltre mille euro per un ecografo professionale usato. L'ho cercato su internet, sui siti di aste fallimentari. Volevo averlo a casa e guardarlo ogni giorno, più volte al giorno. Poi Silvia ci ha prestato l'aggeggio per ascoltare il tuo battito. E mi sono accontentato. Ero pazzo, e lo sono rimasto. E di te lo sarò per sempre.

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